Settembre Bianconero 1974

il fascismo...

« Older   Newer »
  Share  
ben83
icon10  view post Posted on 3/5/2004, 23:51




I due «Fascismi»

Che lo si voglia o non lo si voglia, che lo si ammetta o non lo si ammetta, che lo si accetti o non lo si accetti, dal 1945 ad oggi e nel contesto della vita politica italiana, esistono in generale due modi distinti, separati, antitetici ed irriducibilmente incompatibili ed inconciliabili di sentirsi, di definirsi e/o di pretendersi «Fascisti», nonché di ispirarsi (direttamente o indirettamente, formalmente e/o sostanzialmente), all’esperienza storica mussoliniana:

1. il primo modo (all’ora attuale largamente maggioritario all’interno della nostra cosiddetta «area politica»), è quello che tende ad esprimersi o a manifestarsi attraverso una serie di soggettive ed arbitrarie estrapolazioni ideologiche, politiche e pratiche del «Fascismo storico» (1919-1945): una complessa sequela, cioè, di frammentarie e parcellari interpretazioni o volgarizzazioni dello stesso fenomeno che -oltre a coesistere atomizzate e frazionate e ad interagire isolate e compartimentate all’interno di un vasto ed intricato coacervo di fazioni ideologicamente contraddittorie, politicamente antagoniste e praticamente inefficaci ed inconcludenti- rappresentano invariabilmente, ciascuna per suo conto, la più genuina e conforme imitazione, riproduzione, propagazione e giustificazione ideologica, politica e pratica del «Fascismo, così come l’Antifascismo voleva che fosse»;

2. il secondo modo (dalla fine della Seconda guerra mondiale drasticamente minoritario, sia all’interno che all’esterno della stessa «area»), è quello che tende ad esprimersi o a manifestarsi in perfetta armonia e corrispondenza con le intuizioni, le innovazioni e, soprattutto, il metodo che a suo tempo furono inaugurati, adottati, divulgati e messi in pratica dal «Fascismo tout-court».

Inutile chiedersi cosa sia il «Fascismo», così come l’Antifascismo voleva che fosse … (*).

Quel «fascismo», infatti, è esclusivamente un «fascismo teorico»: cioè, una visione-concezione dell’uomo, della società e del mondo che è strettamente «ideologica» e «dottrinaria», «schematica» e «statica», «dogmatica» e «speculativa».

È un «fascismo», insomma, che non è solo facilmente reperibile, identificabile e definibile grazie alle numerose e rassicuranti categorie che sono fornite dalle diverse teorie ideologiche, politiche e pratiche dell’antifascismo militante e/o della restaurazione democratica, ma -colmo di tutte le contraddizioni- è addirittura una visione-concezione dell’uomo della società e del mondo che rassomiglia come due gocce d’acqua ad una qualsiasi delle numerose e variegate teorie ideologiche, politiche, economiche, sociali, culturali e religiose che hanno contribuito, negli ultimi 1700 anni, alla distruzione verticale, orizzontale ed obliqua del tessuto connettivo delle nostre società tradizionali ed all’instaurazione, all’interno di esse, di un clima di continua e costante «guerra civile».

In altre parole, questo genere di «fascismo», come l’insieme delle idee e/o delle credenze che dal 313 d.C. (1) hanno contribuito al deperimento sistematico della Polis e della Civitas tradizionali, pretende intervenire ed agire sulla realtà (magari, per poterla in qualche modo «imbrigliare» o «addomesticare», «correggere» o «migliorare», «sconvolgere» o «rivoluzionare» e, qualche volta, persino … «predire» o «prevedere»!), semplicemente a partire da una soggettiva ed arbitraria «costruzione intellettuale» (*).

Se vogliamo, quindi, questo genere di «fascismo» è un sistema di pensiero e di azione che -seguendo la falsa riga ideologica, politica e pratica che è stata divulgata ed imposta negli ultimi 1700 anni all’Europa dal modello culturale «giudeo-mosaico» (*)- tenta invano di suggerire delle soluzioni alle eventuali problematiche del presente e dell’avvenire delle nostre società, utilizzando delle chiavi di lettura e degli strumenti di intervento che, per natura e costituzione, non possono mai corrispondere all’effettiva dinamica della realtà e della vita.

Il «Fascismo tout-court», invece, è esattamente il contrario del suddetto «Fascismo, così come l’Antifascismo voleva che fosse».

Per identificarlo e capirlo, nonché per essere davvero in grado di poterlo effettivamente interpretare e correttamente professare ed attuare, basta rileggere e meditare le seguenti riflessioni.

«L’opera d’arte -afferma Giovanni Gentile- è un fatto, e come tale va considerata. Non si può, prima che sia, dire come potrà o come dovrà essere (…) E poiché l’opera d’arte è un fatto, e non un complesso di precetti e teoriche, non c’è contenuto di cui si possa disputare prima che sia divenuto effettivamente contenuto; cioè, prima che sia innalzato ad opera d’arte». (2) (*)

Benito Mussolini -nel definire, nel 1919, la natura e la portata del suo nuovo movimento- sottolinea: «Noi siamo degli antipregiudizialisti, degli antidottrinari, dei problemisti, dei dinamici; (...) noi abbiamo stracciato tutte le verità rivelate, abbiamo sputato su tutti i dogmi, respinto tutti i paradisi, schernito tutti i ciarlatani -bianchi, rossi, neri- che mettono in commercio le droghe miracolose per dare "felicità" al genere umano. Non crediamo ai programmi, agli schemi, ai santi, agli apostoli: non crediamo soprattutto alla felicità, alla salvazione, alla terra promessa. Non crediamo a una soluzione unica -sia essa di specie economica o politica o morale- a una soluzione lineare dei problemi della vita, perché, -o illustri cantastorie di tutte le sacrestie- la vita non è lineare e non la ridurrete mai a un segmento chiuso fra bisogni primordiali» (3) . O ancora, nel 1921: «Noi non crediamo ai programmi dogmatici, a questa specie di cornici rigide che dovrebbero contenere e sacrificare la mutevole cangiante complessa realtà. Ci permettiamo il lusso di assommare e conciliare e superare in noi quelle antitesi in cui si imbestiano gli altri, che si fossilizzano in un monosillabo di affermazione o di negazione. Noi ci permettiamo il lusso di essere aristocratici e democratici: conservatori e progressisti; reazionari e rivoluzionari; legalitari e illegalitari, a seconda delle circostanze di tempo, di luogo, di ambiente, in una parola "di storia", nelle quali siamo costretti a vivere e ad agire. Il Fascismo non è una chiesa; è piuttosto una palestra. Non è un partito; è un movimento; non ha un programma bell’e fatto da realizzarsi nell’anno duemila per la semplice ragione che il Fascismo costruisce giorno per giorno l’edificio della sua volontà e della sua passione». (4)

Ecco dunque il «Fascismo». Non soltanto quello che la storia ha già conosciuto tra il 1919 ed il 1945, ma soprattutto quello che non è ancora nato. Quel «Fascismo», cioè, che continua e continuerà invariabilmente a fornire all’uomo della strada del nostro paese e del mondo gli indispensabili elementi di approccio e di realizzazione della possibile ed irrinunciabile «rivoluzione» politica, economica, sociale e culturale di domani.

Prima di essere, infatti, «ideologia», «dottrina» o semplici «programmi» politici, economici e sociali, il Fascismo di Gentile e di Mussolini è innanzitutto uno «stato d’animo»; è un «modo di volere», di «essere», di «esistere», di «agire». Ed è, soprattutto, un «metodo» ed uno «stile» di vita e di lavoro: cioè, una maniera positiva e dinamica di procedere all’interno della realtà, nonché una maniera volontaria ed energica di percepire, affrontare e risolvere le problematiche all’interno della società. (*)

Non per niente, Gentile realizzò dapprima la «riforma della scuola italiana» e, poi, teorizzò la «dottrina del Fascismo». E Mussolini, organizzò ed effettuò anticipatamente la «Marcia su Roma» e la «Riforma dello Stato» e, poi, si dilettò ad elaborare e formulare, in chiaro, il significato ed il senso della sua Rivoluzione.

Comunità Ardisco non Ordisco il Fascismo



(1) Data dell’Editto di Milano decretato dall’Imperatore Costantino (306-337). Quel decreto garantiva formalmente l’esercizio della religione cristiana all’interno dei territori dell’Impero Romano e sostanzialmente apriva le porte al riconoscimento del Cristianesimo come religione di Stato.

(2) Citato da Vittorio Vettori, "Giovanni Gentile", Edizioni Ritratti Storici Italiani, Graziano Terenzio ed Enzo Papi, 3ª edizione, vol. I°, Roma, 1970, pag. 71.

(3) Benito Mussolini, "Scritti e Discorsi", Tomo II, Ulrico Hoepli Editore, Milano, 1934 - XII, pag. 33 e 53-54.

(4) Benito Mussolini, "Scritti e Discorsi", Tomo II., Ulrico Hoepli Editore, Milano, 1934 - XII, pag. 153.

(Alberto Mariantoni)
ardisco non ordisco il fascismo


forum alternativo




Edited by ben83 - 4/5/2004, 00:52
 
Top
el bumbard
view post Posted on 6/5/2004, 22:03




Ben83 gran bel pezzo di storia quello che hai postato.
ma il tuo forum funziona perchè mi dice che è stata rimossa o cancellata
 
Top
ben83
view post Posted on 10/5/2004, 23:10




CITAZIONE (el bumbard @ 6/5/2004, 23:03)
Ben83 gran bel pezzo di storia quello che hai postato.
ma il tuo forum funziona perchè mi dice che è stata rimossa o cancellata

Ave,grazie! è il testamento del Duce...parla da se'!
purtroppo l'altro giorno gli amministratori dei "forums" senza preavviso ne senza darmi il tempo di poter rimediare a cio' che infastidiva loro,hanno avuto la "democratica idea" di chiudermi il forum....mi sono incazz.... di bestia.
ora ne ho creato un'altro

p.s. scusa se rispondo ora ma ho letto solo adesso la tua risposta!
a noi!


my forum


LINK -MAIMORTI-



 
Top
ben83
view post Posted on 10/5/2004, 23:18




CHI MEGLIO DEL CREATORE DI TALE MOVIMENTO PUO' DESCRIVERLO? VI LASCIO ALLE SUE PAROLE IN QUANTO OGNUNO SUCCESSIVAMENTE PUO' INTERPRETARE IL "SUO FASCISMO" IN MANIERA PROPRIA MA ,CREDETEMI ,ALLA FINE GLI ALTI VALORI IDEOLOGICI E SPIRITUALI DI TALI FRASI ACCOMUNANO TUTTI GLI ITALIANI CHE CREDONO IN UN'ITALIA FORTE,DETERMINATA,LEALE ED ONESTA NEI CONFRONTI DEL MONDO INTERO,COME A SUA VOLTA LO FU!
IN FEDE BEN83
ADMINISTRATOR FORUM ALTERNATIVO
LINK AL FORUM


23 Marzo 1921 - Dal diario della volontà

- ." Che cosa è questo Fascismo...."

"" Che cosa é questo fascismo, contro il quale si accaniscono invano i nemici vecchi e nuovi? Che cosa é questo Fascismo le cui gesta riempiono le cronache italiane?Sia concesso a noi, che abbiamo l'orgoglio di aver lanciato nel mondo questa superba creatura, piena di tutti gli impeti e gli ardori di una giovinezza traboccante di vita; sia concesso a noi di rispondere a queste domande.Il Fascismo é una grande mobilitazione di forze materiali e morali. Che cosa si propone? Lo diciamo senza false modestie: governare la Nazione. Con quale programma? Col programma necessario ad assicurare la grandezza morale e materiale del popolo italiano.
Parliamo schietto: Non importa se il nostro programma concreto, non é antitetico ed é piuttosto convergente con quello dei socialisti, per tutto ciò che riguarda la riorganizzazione tecnica, amministrativa e politica del nostro Paese.
Noi agitiamo dei valori morali e tradizionali che il socialismo trascura o disprezza, ma soprattutto lo spirito fascista rifugge da tutto ciò che é ipoteca arbitraria sul misterioso futuro.Oggi si compiono i due anni dal giorno in cui sorsero i Fasci italiani di Combattimento. Abbiamo appena il tempo di evocare la data. La battaglia infuria dovunque. Le cronache sono rosse o arrossate dal latin sangue gentile fascista. E poi, non abbiamo la stoffa dei commemoratori. Camminiamo avanti e guardando dinanzi a noi. E' il nostro stile. Siamo giovani, nati ieri e non abbiamo storia. O ne abbiamo troppa. Ma non ci pesa. Non grava sulle nostre anime il passato, perché il tumultuoso presente c'incalza verso l'avvenire.Non eravamo in molti, nella sala di Piazza San Sepolcro due anni fa, quando gettammo le prime basi della nostra costruzione ideale. Un centinaio forse. Io stesso non mi cullavo in illusioni eccessive. Mi contentavo di costituire, in prosieguo di tempo, un centinaio di Fasci nelle principali città d'Italia.Il Fascismo non aveva molti numeri per conseguire un successo di adesioni e di popolarità. Si chiamava di "combattimento" e questa parola, dopo quaranta mesi di guerra, suonava ingrata alle orecchie di molta gente; partiva in lotta contro il rinunciatarismo, il che alienava al fascismo le simpatie di coloro che fanno dell'"imperialismo" per tutti i popoli, salvo che per quello italiano; rivendicava la necessità dell'intervento in guerra e la grandezza della vittoria, la qual cosa urtava i nervi di quelli che intendevano superate le storiche differenze di neutralismo e interventismo, finalmente scendeva in campo apertamente contro la demagogia socialista che consigliava tutti i malcontenti delle classi medie ed esasperava, nell'assurda aspettazione del paradiso russo, tutti i fanatismi politici e le miserie morali del proletariato.
Dopo due anni di lotte, varie e tempestose vicende, gettiamo uno sguardo sulla strada percorsa; il punto di partenza ci appare straordinariamente lontano. Il Fascismo dopo essersi affermato trionfalmente nelle grandi città, dilaga, straripa nei piccoli paesi e sin nelle più remote campagne..Due anni! rapida successione di eventi! Tumulto e passare di uomini! Giornate grigie e giornate di sole. Giornate di lutto e giornate di trionfo. Sordo rintocco di campane funebri; squillore gioioso di fanfare all'attacco. Fra poco il Fascismo dominerà la situazione.Nell'annuale della fondazione, inchiniamoci dinanzi ai morti e salutiamo in piedi i vivi che si raccolgono a fiumane attorno alle nostre bandiere. E' la migliore gioventù d'Italia, la più sana, la più ardimentosa. Intanto, dietro le armature possenti, tutto il cantiere fascista é all'opera. Chi porta le pietre, chi le depone, chi dirige e traccia i piani.
Avanti, Fascisti! Tra poco saremo una cosa sola! Fascismo e Italia! ( Benito Mussolini, Diario della volontà, 23 marzo 1921 )

"" Io riconosco e mi vanto di possedere uno spirito nobile ed alacre: e aggiungo che il giorno in cui non mi sentissi più stimolato da questa inquietudine mi riterrei diminuito e liquidato.Io non mi "adagio" mai in nessuna posizione; non mi siedo non mi addormento sul già raggiunto; non sono un impiegato tardo e marginatore di pratiche, ma un camminante che non riconosce mai nella mèta raggiunta, quella definitiva o suprema.Ho l'orgoglio di aggiungere a questo quadro auto-biografico che non mi mancano e volontà e tenacia. Sono trenta mesi oramai che io, giorno per giorno, implacabilmente, ho tenuto fermo nella battaglia contro le forze che minacciavano di rovina la Nazione. Trenta mesi di duro lavoro, di quotidiano lavoro, alternato da vittorie e da sconfitte; confortato talvolta da vasti consensi, gelato talora da isolamenti improvvisi. E non ho mai piegato.Sono infiniti i campi nei quali possiamo applicare le nostre energie. Comprendo e compiango quelli che non sanno astrarre dai loro ambienti, vi si inchiodano e non vedono altro, e non credono alla esistenza di un più vasto e complesso e formidabile mondo. Sono i riflessi del campanilismo, riflessi che sono estranei a noi, che vogliamo sprovincializzare l'Italia e proiettarla come "entità nazionale" , come blocco fuso oltre i mari e oltre le Alpi.Ma l'uomo che ha fondato e diretto un movimento e gli ha dato fior di energia, ha diritto di prescindere dalle analisi di mille elementi locali per vedere il panorama politico e morale nella sua antitesi; ha il diritto di vedere dall'alto di una montagna, cioé da un ampio orizzonte, il panorama, che non é di Bologna o di Venezia o di Cuneo, ma é italiano, ma é europeo, ma é mondiale. "
(Benito Mussolini, 19 agosto 1921)

ARDISCO NON ORDISCO IL FASCISMO

Edited by ben83 - 11/5/2004, 00:18
 
Top
3 replies since 3/5/2004, 23:51   164 views
  Share