| Rinascita, 15 Ottobre 2004
Paolo Emiliani
Falluja sta diventando sempre più la città martire, la città simbolo della resistenza patriottica irachena contro gli invasori. Da ieri l'altro è in corso un attacco violentissimo contro la città e tutta la sua popolazione civile. Per tutta la notte si sono susseguiti indiscriminati bombardamenti aerei (ormai gli yankee non si preoccupano nemmeno più di sostenere la favoletta delle bombe intelligenti) e da terra prosegue incessante il martellamento dell'artiglieria pesante contro la città. L'operazione cominciata con raid aerei è continuata con il sostegno aereo ai marines, ai soldati e alle forze collaborazioniste a terra, con l'impegno di veicoli blindati, artiglieria, elicotteri e aerei da combattimento. Il comando Usa in Iraq ha confermato che si tratta di un assedio e che "durerà finché Al Zarqawi, leader di al- Qaida in Iraq, non sarà catturato". Ancora una volta il nome di al-Qaida viene utilizzato dagli atlantici per giustificare i loro crimini contro l'umanità, la loro rabbia impotente contro la voglia di libertà e di sovranità nazionale di un intero popolo che non intende piegarsi all'occupazione. In realtà gli americani non sono minimamente interessati alla cattura di Al Zarqawi né hanno alcuna certezza della sua presenza a Falluja, ma vogliono soltanto distruggere Falluja, un esempio pericoloso per loro, un esempio che sta contribuendo ad incrementare ancor di più il desiderio di libertà degli iracheni, sempre più uniti intorno al partito Ba'th che guida l'esercito di liberazione nazionale. La strategia criminale è la stessa di sempre, quella che provocò i bombardamenti sull'Europa, per terrorizzare, per colpire i sentimenti di solidarietà tra popolo e dirigenti patriottici. I veri terroristi sono quelli con la bandiera a stelle e strisce, anche se con arroganza incredibile continuano a sventolare il vessillo della lotta al "terrorismo internazionale". Un comunicato degli invasori infatti sostiene che "forze di sicurezza irachene (cioè i collaborazionsiti) e la Forza multinazionale (cioè gli invasori) hanno lanciato numerose operazioni a Falluja e nella sua regione allo scopo di impedire alle forze anti-irachene (cioè la resistenza patriottica) di preparare attacchi terroristici". Incredibile: i veri terroristi accusano di terrorismo i legittimi resistenti. Intanto ieri è iniziato in tutto il mondo islamico il ramadan, il mese del digiuno dall'alba al tramonto. Gli americani hanno certamente intensificato le loro offensive nella speranza di trovare nemici debilitati, ma questo sarà un altro grave errore di valutazione, uno dei tanti commessi da invasori violenti e ignoranti. Chi combatte per la libertà della sua terra, chi da tredici anni vive sotto i bombardamenti, aggredito da un embargo infame, non diminuirà certamente l'intensità del suo sforzo per un "dettaglio" come questo. Anzi, il Ramadan è vissuto assai intensamente come momento di condivisione popolare e cementerà ancor di più l'unità del popolo iracheno, a prescindere da ogni integralismo religioso. Ma questi sono sentimenti che un esercito di mercenari, perché in fondo di questo si tratta, le divise non possono camuffare gli interessi personali dei combattenti, non può comprendere. L'Iraq ogni giorno torna più libero sotto l'avanzare dell'esercito di liberazione nazionale, ma ogni giorno gli invasori, sentendosi più impotenti, aumentano il loro sforzo criminale e purtroppo, anche per la prossimità delle elezioni americane e la necessità di un successo militare rilevante da parte del presidente uscente Bush, potrebbero indurre i criminali del Pentagono ad un gesto estremo, all'uso di qualche arma "finale" dalla potenza spaventosa. Poi, come fecero a Hiroshima e Nagasaki direbbero al mondo lobotomizzato dai media che si è trattato di una necessità per far terminare una guerra. Considerando centinaia di migliaia di morti innocenti solo un danno collaterale.
QUANDO GLI YANKEE CI HANNO "LIBERATO" ERA COSA BUONA E GIUSTA .... ORA CARI COMPAGNUCCI COMA LA PENSATE???
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